mercoledì 28 ottobre 2009

I consumatori non si fidano!


I continui tentativi di convincere i cittadini statunitensi che il peggio è oramai dietro le spalle non sembrano avere molto successo, come è ben dimostrato dalla flessione a sorpresa di ieri del Consumer Confidence che in ottobre è scivolato a 47,7, perdendo quasi sei punti rispetto al dato di settembre, una flessione in gran parte legata alle preoccupazioni degli intervistati sulla stabilità del proprio posto di lavoro.

Va anche detto che solo con livelli del Consumer Confidence superiori a 90 si può parlare di un buon andamento dell’economia, ma l’abbandono dei livelli superiori a 50 toccati in precedenza rappresenta certamente una doccia fredda per gli ottimisti a oltranza che possono sperare ora solo in un dato positivo del prodotto interno lordo statunitense, dato che verrà comunicato nel corso di questa settimana.

La reazione dei mercati è stata negativa e gli indici statunitensi, al netto di un frazionale rialzo del Dow Jones, hanno segnato flessioni significative, confermando quel movimento altalenante riscontrabile dall’ultima seduta della settimana scorsa, segnale dell’incertezza degli investitori rispetto alla tanto attesa ripresa che tarda a manifestarsi in modo chiaro.

Ma anche oggi le cose non sembrano mettersi bene, con i futures sui tre indici in negativo e la notizia che GMAC Financial Services, il braccio finanziario della General Motors, starebbe chiedendo un terzo intervento di sostegno al Tesoro statunitense che ha già versato 12,5 miliardi di dollari alla società e ne è diventato azionista al 35 per cento.

La profonda crisi di GMAC rappresenta una conferma indiretta della attuale situazione del credito al consumo negli Stati Uniti d’America, un comparto di attività finanziarie un tempo floridissimo e che consentiva alle entità appositamente create da imprese industriali e banche di contribuire significativamente ai profitti delle rispettive case madri, in qualche caso, come in quello della emanazione finanziaria della General Electric, per importi che rappresentavano anche il 50 per cento del totale.

Oggi sono attesi i dati relativi alle case di nuova costruzione nel mese di settembre e quelli sugli ordini di ben durevoli, entrambi previsti in rialzo, i secondi, il dato è stato diffuso mentre sto scrivendo, sono cresciuti dell’uno per cento, dopo essere calati del 2,6 per cento nel mese di agosto, mentre per le case dovrebbe continuare l’effetto positivo legato al bonus fiscale che scadeva proprio in quel mese.

Un buon indicatore del clima di incertezza imperante sui mercati è rappresentato dal prezzo del petrolio che si è portato anche al di sotto dei 79 dollari al barile, dopo aver galoppato per diverse sedute portandosi decisamente al di sopra della soglia degli 80 dollari, ma non trovando supporto né nei dati economici susseguitisi nel frattempo, né nelle posizioni ufficiali dell’OPEC che sembra non gradire troppo questi movimenti eccessivamente anticipatori.

Nel frattempo, avanza al Senato la riforma degli organismi regolatori del mercato finanziario voluta da Obama, una riforma non del tutto gradita dalla Federal Reserve e dalle diverse entità protagoniste del mercato finanziario, che hanno avviato attività lobbistiche destinate a ritardare l’iter e a ottenere modifiche.