Dopo lo scivolone di venerdì a Wall Street, i mercati cercano una direzione tenendosi, seppur di poco, sopra la parità, anche perché vi è molta attesa per la prima lettura del prodotto interno lordo statunitense nel terzo trimestre, un dato anticipato come significativamente positivo e che, ove le attese venissero confermate, rappresenterebbe davvero una svolta nella più lunga crisi finanziaria dal secondo dopoguerra mondiale.
L’andamento positivo odierno dei tre indici, che nel caso del Dow Jones indica valori diametralmente opposti a quelli registrati venerdì, è la chiara indicazione del clima di grande incertezza vissuto dagli investitori individuali che ancora non riescono a vedere una tendenza chiara, ma segnali spesso di segno opposto sui quali è alquanto difficile operare scelte non di piccolo cabotaggio.
Mentre ancora non era stato metabolizzato il dato sulla crescita della Corea del Sud, è giunta la notizia della divisione in due del colosso bancario assicurativo olandese ING, salvato in due riprese dal governo olandese nel momento peggiore della tempesta perfetta, due interventi che hanno suscitato le ire della Commissione europea, che ha valutato il secondo come aiuto di stato e ha comminato una multa da 1,4 miliardi di euro che verrà pagata prima che dell’avvio dell’operazione di scissione.
Al servizio dell’operazione verranno emesse azioni per 7,5 miliardi di euro (11,3 miliardi di dollari circa) che serviranno per restituire allo Stato olandese le somme ricevute in occasione del salvataggio della compagnia, una decisione che avrà ovviamente l’effetto di ridurre il valore delle azioni esistenti e che ha provocato un sensibile calo delle quotazioni.
Oltre alla netta divisione del ramo bancario da quello assicurativo, è stata annunciata anche l’alienazione della divisione che si occupa dell’asset management, nonché, nel 2013, verrà ceduta la banca via internet operante negli Stati Uniti.
La drastica riduzione dei costi realizzata anche attraverso l’eliminazione di oltre diecimila posizioni lavorative ha consentito a ING di presentare un utile di 750 milioni di euro nel terzo trimestre, 250 dei quali facenti capo all’attività bancaria, mentre 500 sono ascrivibili a quella assicurativa che resta il core business di ING.
In attesa di indicazioni più chiare sull’andamento dell’economia statunitense, il dollaro continua a mantenersi a 1,50 contro l’euro, mentre il petrolio da tre sedute non riesce ad allontanarsi dagli 80 dollari al barile, anche perché è giunto un primo segnale dalla parte araba dell’OPEC che ha costretto l’organizzazione a rendere noto che, in presenza di ulteriori, forti rialzi dei prezzi, provvederà ad aumentare la produzione.
Più interessanti sono le indicazioni provenienti dai Treasury Bonds che, nella scadenza decennale, stanno registrando una vera e propria impennata dei rendimenti sul mercato secondario che starebbe a indicare vendite massicce che hanno acceso immediatamente sospetti sui grandi detentori stranieri che starebbero operando alleggerimenti delle posizioni, operazioni che normalmente vengono accuratamente frazionate e diluite nel tempo, ma che non sempre riescono a passare del tutto inosservate.