Dopo tre sedute vissute oscillando intorno alla parità, ieri il Dow Jones ha mostrato i muscoli sin dall’apertura, così come hanno fatto gli altri due indici principali, un segnale chiarissimo di speranza che nelle elezioni di Midterm la destra conservatrice incarnata dal partito repubblicano acquisisca il controllo della Camera dei Rappresentati e, forse, anche del Senato, un’espressione di voto del mondo degli affari che non stupisce, visto che le poche cose fatte da Obama sono state mal digerite dalla upper class a stelle e strisce.
Il vero problema è rappresentato dal fatto che anche i diretti beneficiari della riforma sanitaria e del mega stimolo economico varato nei primi mesi di mandato dell’attuale inquilino della Casa Bianca continuano a pensare che si sarebbe potuto fare di più, forse utilizzando parte delle somme previste dal TARP per salvare, invece delle banche, le tante piccole e medie imprese in difficoltà, oppure cancellando l’iniqua riforma fiscale a suo tempo varata da Bush o altro ancora, ma è certo che sarebbe arduo trovare entusiasmo per l’attuale politica di Washington anche in questi ceti medi e popolari.
Eppure credo che faremmo meglio tutti a riflettere sulle parole pronunciate in Marocco da Dominique Strauss Kahn, il numero uno del Fondo Monetario Internazionale, che ha posto l’accento sull’occupazione, che è la prima, la seconda e la terza questione, un enfasi che non deve stupire alla luce dei 30 milioni di posti di lavoro persi a causa degli alti marosi della tempesta perfetta.
Siccome non vorrei che i miei lettori pensino che faccio parte della schiera dei profeti di sventura voglio citare l’articolo di ieri di Daniel Gross su Yahoo.com dal significativo titolo che recita “il cielo non sta cadendo….non per ora” e nel quale vengono citati tre aspetti positivi che vado ad elencare.
Il primo è rappresentato dal fatto che a cinque anni dall’inizio della crisi del settore immobiliare, a tre da quello della tempesta perfetta (aggiungo io), vi è stata una ristrutturazione industriale senza precedenti e un miglioramento della qualità del credito, così come questo è stato il primo fine settimana senza fallimenti di banche.
Il secondo è rappresentato dalla crescita non a ritmi esaltanti, ma sempre una crescita, della spesa per consumi, ma unita a buoni livelli di risparmio (il 5,3 per cento) del reddito disponibile, una miscela, secondo Gross, molto più rassicurante di quelle sperimentate in passato e che non poca responsabilità hanno in quello che poi è accaduto.
Il terzo è rappresentato dai dati dell’ISM che ho commentato nella puntata di ieri, dati che evidenziano il quindicesimo mese di crescita consecutiva con 14 comparti industriali su 18 che segnalano una buona salute in termini di fatturato, vendite, nuovi ordini, occupazione ed esportazioni.
Quella di Gross è una visione delle cose che non condivido appieno, ma che mi è parso utile riportare fedelmente e con rispetto, anche perché mi piacerebbe molto che le cose stiano andando esattamente così!