Dopo averle tentate tutte, ma proprio tutte, i vari Bernanke, Trichet e King, ossia i numeri uno della Federal Reserve, della Banca Centrale Europea e della ormai screditata Bank of England, hanno deciso, almeno così sostiene l'autorevole Financial Times, di rompere gli indugi, anche alla luce della nulla o scarsa reattività del mercato finanziario globale ai loro immani ed a volte un po' confusi sforzi, e di passare alle maniere forti, favorendo quella pubblicizzazione delle perdite invocata a gran voce dalle investment banks statunitensi e dalle CIB, le loro replicanti in sedicesimo, fregandosene bellamente delle loro promesse di punire l'azzardo morale e di non mettere a repentaglio i soldi dei contribuenti.
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D'altro canto, per coloro tra i miei pochi lettori che hanno avuto la pazienza di vedere il video del mio intervento al recente convegno su Finanziarizzazione, crisi dei mercati: quali ricadute sociali?, disponibile, grazie agli sforzi degli associati della Free Lance Internazional Press, nella sezione video del sito http://www.flipnews.org/ per la qual cosa li ringrazio anche in questa sede, è questo, forse, l'unico epilogo immaginabile da questi personaggi che hanno, chi più chi meno, gestito in modo veramente dissennato questa tempesta perfetta, convinti come erano all'inizio che si trattasse di poco più di un temporale estivo, per poi assumere decisioni e prendere provvedimenti panicati ed ancor più panicanti sui vari fronti che vanno dalla gestione della liquidità, alle manovre sui tassi di riferimento, passando per le incertezze nell'operare i financial bailouts o per l'assurda pretesa di addomesticare il sempre più ribollente mercato dei cambi ai loro desiderata.
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Non voglio qui tornare sulle rispettive performance dei nostri eroi, anche perché si tratta di un argomento che in questa sede è stato trattato a dismisura, se non per sottolineare una volta di più la maggior tenuta della reputazione e della credibilità della BCE che, forse per la sua impostazione un po' neotemplare e per il peso derivantele dall'essere l'erede naturale della Bundesbank, si è finora astenuta dall'approccio isterico della Fed e dalle vere e proprie gaffe in cui è incorso il purtroppo di recente riconfermato King, che porte, assieme alla FSE e al Governo di Sua Maestà britannica, la responsabilità di quel pasticciaccio brutto rappresentato dalla tutt'altro che inevitabile vicenda della Northern Rock, finita poi sul groppone dei contribuenti britannici.
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Permettetemi di dare poco credito alle sdegnate smentite provenienti dai protagonisti, anche se col cuore vorrei proprio credere loro, in quanto la verità sta nel fatto che lo smaltimento di quella montagna di spazzatura rappresentata dai titoli, si fa per dire, della finanza strutturata non può realisticamente effettuata per altra via che non sia quella di un gigantesco bailout che veda ricadere sulle spalle dei soliti noti, i contribuenti dei rispettivi paesi, il peso degli errori continuati ed aggravati commessi dalle investment banks e dalle CIB, ossia dalle CIB e dalle CIB al quadrato, entrambe ree di aver usato in modo talmente spregiudicato l'effetto leva da aver portato alle soglie del default loro stesse, nel caso delle investment banks, o le banche cui fanno riferimento, nel caso delle CIB.
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Ignoro le tecnicalità che dovrebbero caratterizzare questa nuova invenzione dei nostri, anche perché, dopo il flop di quel MLEC annunciato tra trombe e fanfare da Paulson e compagnia e poi finito in nulla, penso proprio che sia tempo perso scervellarsi quando i banchieri centrali sono intenti nei preliminari e che sia meglio per me, e per i miei alquanto esausti lettori, aspettare che dopo il fumo ci venga servito l'arrosto.
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L'unico antidoto nei confronti di questo nuovo incubo è rappresentato dalla sempre più incandescente, e sempre più combattuta sulla base di colpi bassi e di trucchi sporchi, campagna per le presidenziali americane, e da quella sempre più intensa attività del Congresso e del Federal Bureau of Investigations che, seppure su fronti diversi, stanno cercando di capire cosa sia realmente accaduto nel mercato finanziario statunitense, ed in quello globale, anche al fine di assicurare alle galere statunitensi una legione di chairman e CEO che hanno gestito o stanno ancora gestendo le banche statunitensi e globali, in base alle loro eventuali e specifiche responsabilità.