Pur essendo da qualche mese alla guida di Merrill Lynch, liberatasi dopo lunghissimo tempo del personaggio inquietante che ne è stato per lunghissimo tempo il numero uno e che è stato costretto a lasciarla venendo, al contempo, letteralmente coperto d’oro (160 milioni di dollari di buonuscita più benefit di vario genere per molti milioni di dollari), John Thain, già boss incontratato del New York Stock Exchange, ha deciso che l’attuale e molto impegnativa incombenza non gli basta più ed ha deciso, via intervista con giornalista molto embedded, di lanciare un chiaro ed inequivocabile messaggio agli investitori più o meno istituzionali, un messaggio che potrebbe essere tradotto così: il peggio è oramai passato ed è, quindi, giunta l’ora di fare man bassa delle azioni molto a saldo delle Investment Banks e delle banche statunitensi più o meno globali, nonché di dare un’occhiata alle quotazioni tuttora molto cheap delle altre entità operanti a vario titolo nel mercato finanziario statunitense.
Una scorsa veloce a Wikipedia è più che sufficiente per ricordare a tutti noi che prima di essere il numero uno del NYSE, Thain ha effettuato una brillantissima carriera nella molto previdente ed ancor più preveggente Goldman Sachs, nella quale ha ricoperto ruoli molto importanti tra i quali quello di Chief Financial Officer e Chief Operating Officer, posizioni che gli hanno permesso di accumulare qualcosa come 300 milioni di dollari in azioni della Investment Bank delle Investment Banks, ma è altrettanto noto che per sostituire l’ex numero uno di Merrill ha chiesto ed ottenuto un premio di ingaggio di 15 milioni di dollari ed un compenso annuo che va da un minimo garantito di 50 milioni di dollari l’anno ad un massimo di 120 milioni, sempre per ciascun anno che Dio manderà in terra, massimo che si concretizzerà se le cose si decideranno a volgere per il meglio per la banca e, ovviamente, per il mercato finanziario nel suo complesso.
Peccato che la sua performance al vertice di Merrill Lynch non sia stata, almeno per ora, coronata da grandi successi, in quanto ha firmato almeno due dei quattro bilanci trimestrali in profondo rosso accumulati consecutivamente dalla alquanto disastrata Investment Bank, che, nonostante la costante ed economica applicazione della discarica a cielo aperto destinata ad ospitare i titoli della finanza strutturata opportunamente aperta dalla Fed di New York e che ospita vagonate di questi titoli spazzatura anche provenienti da questo particolarissimo tipo di banche (peraltro ancora sottratte alla vigilanza delle donne e degli uomini che lavorano per Bernspan), è giunta a contabilizzare svalutazioni effettuate a vario titolo che, in meno di un anno, giungono a sfiorare la bella cifra di 40 miliardi di dollari, né nessuno è oggi in grado di prevedere se, in un futuro prevedibile, le cose andranno meglio.
John è certamente quello che nell’ambiente della finanza viene definito un bravo ragazzo, ma dovrebbe ricordarsi che, anche a causa delle vagonata di bugie pronunciate in diretta televisiva dai suoi omologhi posti al vertice dell’ormai defunto orso di Stearns o di quella Lehman Brothers che, assieme alla altrettanto pencolante Morgan Stanley, viene volta per volta indicata, come Merrill peraltro, dagli operatori americani e stranieri oramai allo stremo delle forze, come la prossima vittima della tempesta perfetta che, dopo quasi dodici mesi dal suo avvio, sembra godere di ottima salute e dotata di una crescente forza distruttiva.
Certo, da domani, grazie anche alla resipiscenza in merito al ruolo che in effetti ricopre da anni da parte del mitico Effe O Ixs (quel Christopher Fox che siede al vertice nientepopodimeno che della potenitissima ma alquanto distratta Securities and Exchange Commission), Merrill Lynch, le altre tre superstiti Investment Banks, le maggiori banche statunitensi ed un pugno di banche europee operanti a livello globale, per un numero totale di diciannove entità, saranno poste in buona misura al riparo delle scorrerie ribassiste orchestrate dall’astuto David Einhorn e da un folto nugolo di miliardari ed investitori istituzionali che si sono posti sulla scia del fortunatissimo hedge funder che, sin da settembre dello scorso anno, ha dimostrato di aver capito benissimo la trama del film appena cominciato e che ha già guadagnato vagonate di dollari grazie al vero e proprio meltdown che ha colpito le maggiori entità operanti nel mercato finanziario globale.
Tuttavia, mi permetto di inviare un sommesso messaggio al good fellow Thain ed a quella vecchia volpe di Effe O Ixs (scusate l’orribile gioco di parole), che poi in fondo non è che una parafrasi di quello a suo tempo inviato ai banchieri centrali che continuano da poco meno di un anno ad mettersi ostinatamente contro vento, un messaggio che consiste nel ricordare ad entrambi che molto difficilmente le regolette introdotte un po’ furbescamente quando la lunga battaglia è divenuta così incandescente sono destinate a produrre gli effetti desiderati da chi le escogita per proteggere gli interessi dei frequentatori dei club esclusivi di Wall Street, per la semplicissima ragione che queste furbate asimmetriche esercitano pressioni esogene sulle tendenze del mercato, pressioni quasi inevitabilmente destinate ad aumentare la forza delle tendenze sottostanti, determinando così quell’effetto boomerang che è già così ben visibile sul mercato dei cambi.
Qualcuno tra i più attenti dei miei pochi ma affezionati lettori potrebbe obiettare che, almeno per il momento, la mossa della vecchia volpe e del suo suggeritore Henry Paulson ha consentito di riprendere per i capelli i tre principali listini azionari statunitensi, ha invertito appena in tempo la rotta delle principali banche di investimento e di quelle commerciali che sembravano destinate a toccare ulteriori ed alquanto infamanti nuovi minimi storici, consentendo al Dow Jones di chiudere una settimana iniziata sotto i peggiori auspici con la rottura della soglia psicologica degli 11 mila punti, con un lusinghiero progresso del 3,6 per cento rispetto alla chiusura dell’ottava precedente; osservazioni indubitabilmente vere, ma, mi permeto di osservare, alquanto provvisorie.
Venendo alle cose della Vecchia Europa, Regno di Sua Maestà britannica ovviamente incluso, è possibile dire che le preoccupazioni sono di tipo alquanto diverso, anche perché il mercato finanziario è maggiormente regolato e le maggiori entità ivi operanti sono per tradizione più attente alla moral suasion della BCE e delle rispettive banche centrali nazionali, nonché diegli avvertimenti provenienti dai regolatori di ogni ordine e grado, ma è comunque certo che la rete di protezione stesa su alcune delle maggiori entità finanziarie dalla Sec americana seguirà le sorti più generali dell’iniziativa presa da Effe O Ixs e ufficialmente operativa da lunedì prossimo.
Ma c’è un Governatore che in questo momento sembra più inquieto dei suoi omologhi europei e questi è il giovane e preparato responsabile massimo della Banca d’Italia, peraltro da due lunghi anni presidente del Financial Stability Forum e primo firmatario della versione finale del rapporto sulla crisi finanziaria che risulta completato ma di cui si sono perse le tracce, così come non si hanno più notizie delle 65 raccomandazioni ivi contenute e che tanto hanno spaventato il gotha finanziario mondiale alla cena svoltasi un venerdì di metà aprile in quel di Washington; ebbene, non pago della moral suasion, Draghi sta esercitando una costante pressione, via Vigilanza, sulle maggiori banche italiane ed in suo soccorso è venuto, la notizia è di ieri, il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, aprendo un’istruttoria su quattro tra i principali gruppi e banche operanti in Italia, in relazione all’annosa questione della commissione di massimo scoperto, una questione affrontata con toni molto duri ed ultimativi dallo stesso Draghi nel suo intervento alla recente assemblea annuale dell'Associazione bancaria italiana.
Ricordo che il video del mio intervento al convegno della UIL sulla crisi finanziaria è presente nella sezione video del sito dell’associazione Free Lance International Press all’indirizzo http://www.flipnews.org/ , mentre rendo noto che sono stati pubblicati nei giorni scorsi gli atti dello stesso convegno.