martedì 7 aprile 2009

E' proprio vero che nessuno è profeta in patria!


Mi scuso in anticipo con i lettori dei cinquanta paesi circa che visitano questo blog, perché non so quanto siano interessati alle vicende italiche, ma essendo nato in questo spesso martoriato paese e proprio in quella Campania, felix secondo gli antichi romani e oggi discarica di ogni veleno prodotto dall’industria e a torto ritenuta allergica all’arte del riciclaggio, quello dei rifiuti, si intende, non posso fare a meno di occuparmi delle previsioni di un geologo, non cattedratico ma impegnato presso i laboratori posti nelle viscere della più grande delle montagne abruzzesi, che aveva previsto a tal punto la sciagura sismica prossima ventura da meritarsi una denuncia per turbamento della pubblica opinione, un sisma purtroppo puntualmente veirifcatosi e che ha fatto immensi danni e un numero ancora imprecisato di vittime, in gran parte bambini colti nel sonno e anziani non in grado di mettersi prontamente in salvo!

Prima di addentrarmi in qualche considerazione di merito, vorrei, peraltro, dire che la sorte toccata al Dr. Giuliani, il ricercatore profeta inascoltato in patria di turno, è la stessa di quanti, non troppi in verità, da molti anni segnalavano come i concomitanti fenomeni di globalizzazione, finanziarizzazione, e deregolamentazione selvaggia potessero ragionevolmente portare la finanza globale e la stessa economia reale a vivere una crisi di dimensioni non conosciute in precedenza dalle donne e dagli uomini in carne e ossa che, spesso, non hanno alcuna idea delle alchimie prodottoe dagli apprendisti stregoni impegnati nelle fabbriche prodotto delle Investment Banks e nelle divisioni di Corporate & Investment Banking delle banche più o meno globali, per non parlare delle cosiddette divisioni finanza delle compagnie di assicurazioni, dei fondi di investimento e dei fondi pensione, degli hedge funds in quanto tali e di tutte le altre entità a vario titolo protagoniste di quel mare magnum che era diventato il mercato finanziario globale.

Leggo in questi giorni molti articoli che riportano una sacrosanta verità e, cioè, che le argomentazioni utilizzate dai capi di Stato e di Governo nell’ultimo summit in quel di Londra sono state identiche se non più forti e aggressive di quelle utilizzate dai dimostranti in quel di Seattle, quei cosiddetti no global che diedero vita più di dieci anni fa a un epica battaglia contro il modo davvero selvaggio con il quale le multinazionali operanti in pressoché tutti i settori interpretavano le possibilità loro offerte dall’operato davvero dissennato di governi e banche centrali, nonché di quella World Trade Organisation, a lungo diretta dall’italiano Renato Ruggiero, un diplomatico passato poi alle dipendenze della Fabbrica Italiana di Automobili Torino, più nota come FIAT, sì proprio quella casa automobilistica italiana che oggi si propone di salvare la tecnicamente più che fallita Chrysler con la augusta benedizione dell’inquilino pro tempore della Casa Bianca e grazie a un pacco di miliardi di dollari a carico degli infelici contribuenti a stelle e strisce!

Tornando alla questione che fa da incipit a questa puntata del Diario della crisi finanziaria, non è proprio possibile non notare come l’uomo al centro delle polemiche sulla prevedibilità o meno del sisma dell’Aquila, è proprio quel Guido Bertolaso che sulle calamità naturali e le disgrazie dei suoi compatrioti ha costruito una fulgida carriera che lo vede al contempo capo del dipartimento della protezione civile e sottosegretario del governo di Silvio Berlusconi, ma che ha anche svolto un ruolo centrale nella decennale tragedia della mondezza in Campania, per la quale lui, i suoi più stretti collaboratori e le imprese da loro stessi designate, quali l’Impregilo un tempo di proprietà proprio della FIAT, sono tutti sotto indagine da parte della magistratura del capoluogo partenopeo.

Non so perché ogni volta che penso al Dr. Bertolaso mi viene in mente un altro protetto del Cavaliere di Arcore, al secolo Silvio Berlusconi, e, cioè, quel Maurizio Scelli posto, in qualità di commissario straordinario, a capo della potentissima Croce Rossa italiana, un’organizzazione che dovrebbe avere finalità benefiche e pacifiche, ma che non finisce di stupirmi per il piglio militaresco delle donne e degli uomini che ne fanno parte, con alcuni dei quali mi capita di fare colazione in un famoso bar pasticceria in quel di Via Veneto, Roma, Italia, frequentato, peraltro, da banchieri, ex presidenti di Confindustria e varia umanità, quello stesso Scelli che doveva fondare un partito fiancheggiatore di Forza Italia, impresa ovviamente fallita con successiva cooptazione dello stesso manager delle disgrazie altrui puntualmente cooptato in servizio permanente effettivo nel nuovo partito delle libertà!

Tra tanti ‘eroi’ dell’epopea berlusconiana, non vorrei dimenticarmi di quella Barbara Contini dal piglio talmente decisionista da meritarsi, nientepopodimeno, che di diventare reggente della provincia di Nassirya, capoluogo di una provincia posta nel sud dell’Irak occupato dagli anglo-americani, ma affidata, nel cosiddetto dopoguerra, alle cure degli italiani che sembrarono non rendersi conto allora che i sentimenti di una larghissima parte degli irakeni nei confronti degli occupanti non erano poi del tutto amichevoli o riconoscenti, in quanto, a torto o a ragione, pensano sia loro diritto essere padroni in casa propria, così come recita un fortunato slogan forzitaliota a proposito della libertà più o meno selvaggia di edificare, ristrutturare e/o allargare le proprie mura domestiche, un’attività che, in questo caso a giudizio unanime degli esperti in cose sismiche, fa sì che un sisma anche di dimensioni non proprio catastrofiche faccia da noi danni e vittime incomparabilmente superiori a quanto accade in altri paesi civilizzati, per non parlare poi di quanto accade in Giappone, paese afflitto periodicamente da eventi tellurici di magnitudo molto superiori a quelli che accadono in Italia e in altri paesi europei.

Così come pensando alla sorte del povero Dr. Giuliani, non posso non pensare al Dr. Doom, al secolo Nouriel Rubini, anche se penso che l’economista operante alla New York Univerity verrà probabilmente insignito del Premio Nobel per l’economia, mentre grasso che cola che il ricercatore abruzzese riuscirà a evitare di andare in galera!

Ricordo che il video del mio intervento al convegno della UIL sulla crisi finanziaria è presente nel sito dell’associazione FLIP all’indirizzo http://www.flipnews.org/ . Riproduzione della presente puntata possibile solo citando l’autore e l’indirizzo del blog