sabato 4 aprile 2009

Il surreale convegno di Cernobbio cerca di ignorare quanto è successo a Londra!


Penso proprio che, in un futuro prossimo venturo, gli organizzatori eviteranno di mettere insieme qualche economista, alcuni banchieri, un pizzico di imprenditori, qualche giornalista più o meno embedded alle logiche del capitale finanziario e industriale in quel di Cernobbio, amena località sulle sponde di un rinomato lago dell’Italia del Nord a poche ore dalla conclusione del davvero fulmineo summit dei capi di Stato e di Governo del G20/G21 in quel di Londra, un vertice che ha costretto i loro davvero esausti sherpa a fare le ore piccole per trovare uno straccio di mediazione tra la posizione statunitense e britannica e le molto bellicose intenzioni del presidente francese, Nicolas Sarkozy e della cancelliera di ferro tedesca, Angela Merkel, appoggiate del tutto per finta dal per la terza volta (o quarta a seconda dei conteggi) presidente del Consiglio italiano, quel Silvio Berlusconi che non ha proprio potuto fare a meno di farsi riprendere da Sua Maestà britannica, la poco propensa agli scherzi un po’ grossier del nostro premier Elisabetta II.

Già, perché quello che ne è venuto fuori è stato un spettacolo davvero indecoroso, la pubblica rappresentazione di un dialogo tra sordi che, purtroppo per tutti noi, non sono anche contemporaneamente muti, ma che, anzi, si producono in un guazzabuglio di dichiarazioni che stanno proprio a metà tra ovvietà da Bar Sport e le solite tutt’altro che innocue bugie sullo stato della finanza e dell’economia globale nell’ennesimo anno di disgrazia 2009, un anno che purtroppo promette sin dal suo inizio di produrre ancora più danni di quanti ne abbiamo registrati nei quasi ventuno mesi da quando, il 9 agosto del 2007, abbiamo assistito all’avvio della tempesta perfetta che prese allora le mosse dal blocco totale della liquidità interbancaria!

Non ho potuto frenare un moto di sincera compassione e umana comprensione per Nouriel Roubini, vera star del convegno dopo essere stato per mesi denigrato dai media di tutto il mondo che gli attribuiva il poco simpatico appellativo di Dr. Doom, un uomo giovane ma già molto provato che semisdraiato su un divano cercava di fare entrare nella zucca dei cronisti in servizio permanente effettivo qualche perla di saggezza, del tutto incurante o altrettanto ignaro della esortazione di Saulo di Tarso, meglio noto come San Paolo, che, in una delle sue più celebri epistole, invitava i primi cristiani a non offrire le perle ai porci.

Il tema vero del dibattito tra gli augusti partecipanti era, in realtà, il seguente: “Il risultato del summit, ennesima bufala mediatica o decisioni effettive e concrete”, un tema certamente appassionante e che avrebbe potuto fornire opportuni lumi agli alquanto disperati riaprmiatori/investitori che non sanno proprio più a chi credere, alla luce del fatto che si sono sentiti dire innumerevoli volte in questi venti mesi che il peggio era passato, che la ripresa era davvero dietro l’angolo, il tutto solennemente affermato da governanti, banchieri centrali, opinionisti, esperti, economisti e chi più ne ha ne metta.

Il risultato è stato al tanto punto surreale che il povero Nouriel si è visto costretto a dire che, in realtà, alcune decisioni importanti e poco prevedibili alla vigilia dell’incontro di Londra era state prese, riferendosi alla triplicazione delle risorse destinate al Fondo monetario Internazionale, alla possibilità che lo stesso FMI si liberi di parte di quel relitto barbarico, coma amava dire John Maynard Keynes, rappresentato dalle tante tonnellate di lingotti d’oro sino ad ieri gelosamente custoditi in capaci caveau in quel di Fort Knox, per non parlare poi della emersione dalle scrivanie dell’OCSE della lista dei paradisi fiscali, sia di quelli inclusi nella lista nera che nella molto più folta lista grigia, un qualcosa che, secondo recenti stime propalate proprio a Cernobbio, si aggirerebbe intorno a undicimila miliardi di dollari

Se qualcuno dovesse dubitare delle bellicose intenzioni franco-tedesche, fatte proprie, seppur con qualche mal di pancia Atlantico, da gli altri diciotto paesi partecipanti al summit, farebbe bebe a porre attenzione all’intensissimo lavorìo che ha preceduto i lavori, un vero e proprio pressing di nazioni tutt’altro che secondarie quali la Svizzera, il belgio, l’Austria e il Lussemburgo che hanno cercato in ogni modo possibile di evitare che venissero divulgate le ‘liste sporche’ che le vedono a pieno titolo incluse assieme a stati da operetta che non hanno alcuno scrupolo a ospitare fiumi di denaro derivante da evasione fiscale, bancarotte più o meno fraudolente, traffico di droga e di armi, attività malavitose più o meno organizzate, proventi delle ruberie dei dittatori di tutto il mondo e chi più ne ha ne metta.

La decisa reazione di Mr. Euro, il lussemburghese Claude Junker, rispetto al nuovo corso globale in materia di contrasto al riclicaggio di denaro sporco non ha prodotto alcun effetto sui partners comunitari che vedono, nel recupero almeno di parte di queste somme, una chance nella disperata corsa contro il tempo determinata dai sempre più alti marosi della tempesta perfetta e che, quindi, non sembrano nutrire eccessiva comprensione per le lamentela dei governi di quei paesi che, con ostinazione certamente degna di miglior causa, continuano a trincerarsi dietro la presunta sacralità del segreto bancario e che sembrano non volere assolutamente disposti a cooperare con gli inquirenti di mezzo mondo che sono alla caccia dei tesori abilmente nascosti dai soggetti responsabili dei delitti di cui sopra!

Certo, il vero osso duro continua a essere quella Hong Kong che sa bene di avere alle spalle la potenza militare e il grande potere di ricatto economico che la Repubblica Popolare Cinese ha o presume di avere nei confronti degli Stati Uniti d’America e degli altri paesi maggiormente industrializzati e, purtroppo, allo stato maggiormente inguaiati, una situazione che non consente di escludere che, alla fine della fiera, la Cina possa rappresentare un problema per il resto del mondo, anche se spero veramente che non debba avverarsi la recente profezia di Dominique Strauss Kahn!

Ricordo che il video del mio intervento al convegno della UIL sulla crisi finanziaria è presente nel sito dell’associazione FLIP all’indirizzo http://www.flipnews.org/ . Riproduzione della presente puntata possibile solo citando l’autore e l’indirizzo del blog