sabato 11 aprile 2009

Qualche considerazione sugli ultimi dodici mesi di vita del Diario della crisi finanziaria.


Come ho ripetuto più volte, il Diario della crisi finanziaria ha preso il via il 20 di settembre del 2007, preceduto da un’analisi delle vere cause della stessa il 4 dello stesso mese, un testo che non era poi che la versione aggiornata delle tesi che andavo sostenendo, come responsabile dell’ufficio studi della UILCA, dal gennaio del 1998, tesi che, a loro volta, erano state più volte esposte in precedenza nella mia attività pubblicistica sul quotidiano Il Manifesto, su Politica ed Economia, Rinascita, Capitale Sud, nel numero monografico della rivista Sviluppo dell’allora Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania, in un articolo apparso su Minerva Bancaria, “Cambi e speculazione, un nuovo approccio teorico”, nonché nella mia attività quinquennale di economista di sala della tesoreria in valuta e cambi della Banca Nazionale del Lavoro, tutti interventi che risalgono ad un periodo compreso tra il 1986 e il 1998.

Il Diario della crisi finanziaria è nato su tre siti, quello nazionale della UILCA, quello dell’associazione nazionale dei giornalisti free lance, Flipnews, e sul quotidiano online Rosso di Sera, ma dal 19 novembre del 2007 si è anche trasformato nel bolg quotidiano che state leggendo, ma alcune puntate vengono anche riprese da centinaia di siti della più varia origine e provenienza che decidono, senza una mia esplicita autorizzazione e in base alle loro autonome scelte editoriali di riprendere alcuni argomenti specifici in quanto da loro ritenuti d’interesse per i propri lettori, una trasmigrazione molto frequente nel vastissimo mare del web e che ritengo davvero rappresenti una delle caratteristiche distintive dell’attività di informazione orizzontale, quando la stessa non è in tutto o in parte embedded alle logiche di Big Finance, Big Business, Big Pharma, Big Oil e chi più ne ha ne metta!

Poiché mi è del tutto impossibile conoscere la reale diffusione complessiva delle singole puntate, per il semplice motivo che dovrei conoscere e sommare alle informazioni in mio possesso quelle a disposizione dei webmasters di siti quali Indymedia (a sua volta un network di siti regionali o locali), Liberomercato, Flipnews, Dazebao, Il dario di Perestroika e delle altre centinaia di siti o blogs che le ripubblicano, continuo ad utilizzare le statistiche gentilmente e gratuitamente fornitemi dal mio provider Google, che solo da pochi giorni utilizzo anche nella versione che fornisce i dati degli ultimi dodici mesi, una versione che mi ha fornito informazioni molto interessanti sia in termini quantitativi che qualitativi e che mi confortano alquanto in un impegno quotidiano che procede senza soste da più di un anno e mezzo, un impegno che svolgo a titolo del tutto volontario e senza alcun ritorno economico, il che fornisce maggior valore alle quasi 220 mila pagine visitate e alle 160 mila visite ricevute dal blog negli ultimi dodici mesi.

Pur concentrandosi in larga misura in città importanti italiane e straniere, non vi nascondo che sono molto contento delle visite provenienti dalle oltre mille località italiane di minori dimensioni, così come di quelle che provengono da periferiche località appartenenti alle oltre cento nazioni, il che è di non poco rilievo alla luce del fatto che, a parte una solitaria eccezione rappresentata dalla lettera aperta al premier britannico e al leader dell’opposizione conservatrice e probabile vincitore delle prossime elezioni legislative, il Diario è redatto in lingua italiana, una lingua che non proprio una grande diffusione nel mondo.

Non voglio assolutamente sottovalutare quel 56 per cento circa delle visite attribuibili alle prime dieci città italiane, o quel poco meno del 40 per cento attribuibili a Milano e Roma, ma confesso che sono molto più contento per la presenza, nella Top Ten, di località quali Presso, Brescia e Padova, così come l’assidua frequentazione da Polveringi, Pastrengo, Dalmine, Carbonara di Bari, San Giuliano Terme, Montepardone, Scandicci, Savigliano e via discorrendo, così come quella dei piccoli centri svizzeri, britannici, francesi, belgi, statunitensi, norvegesi, nonché le sempre più frequenti e assidue visite provenienti dalla Siria e dalla Russia.

Sono stato, peraltro, facile profeta nel decidere di disporre anche di un blog gestito in totale autonomia, anche perché solo uno dei tre siti sui quali ha visto la luce il Diario della crisi finanziaria, Flipnews, ha proseguito imperterrito le pubblicazioni, mentre Rosso di Sera, dopo varie vicissitudini, si è in qualche modo trasformato in Dazebao, che è sempre diretto da Alessandro Cardulli, già redattore per qualche decennio del quotidiano L’Unità, una nuova testata online che pubblica quasi tutte le puntate, mentre il sito ufficiale della UILCA ha interrotto dal mese di maggio del 2008 la pubblicazione regolare delle puntate.

Ma di qualche interesse è stata anche l’analisi dei filoni che hanno ottenuto la maggiore attenzione dei lettori sia sul blog che sui tre siti citati e su quelli che decidono autonomamente di pubblicare alcune puntate, il principale dei quali è rappresentato, ovviamente, dall’analisi delle caratteristiche delle Investment Banks, Goldman Sachs in primis, e delle divisioni di Corporate & Investment Banking delle banche più o meno globali, seguito dall’analisi dell’anomala situazione che circonda le attività bancarie della Repubblica di San Marino e quelle attivamente svolte dalla miriade di altri paradisi fiscali, così come qualche interesse hanno suscitato le puntate dedicate alla terza fase del processo di ristrutturazione del sistema creditizio italiano, una parte delle quali sono state riprese con un certo risalto nel numero di settembre 2008 della rivista ufficiale della UIL, Lavoro Italiano.

Tra i filoni che hanno riscosso qualche successo non vorrei dimenticare quelli dedicati ai numerosissimi vertici internazionali, sia quelli ufficiali che quelli dei quali è stato possibile ottenere qualche notizia attendibile, per non parlare poi della serie infinita di riunioni svoltesi in quel di Washington tra Hank Paulson e Ben Bernanke, in arte Bernspan e i banchieri USA, nonché le undici puntate dedicate alle conseguenze economiche di Silvio Berlusconi, ripubblicate da tantissimi altri siti che ringrazio!

Ricordo che il video del mio intervento al convegno della UIL sulla crisi finanziaria è presente nel sito dell’associazione FLIP all’indirizzo http://www.flipnews.org/ . Riproduzione della presente puntata possibile solo citando l’autore e l’indirizzo del blog